Parla d’amore l’inspiration shoot di oggi: quello pensato da Amour sans Mesure è un percorso surreale che a tratti sembra superare la forza di gravità. Racconta un matrimonio organizzato dallo sposo, con due splendidi abiti da sposa di Francesca Piccini, una grotta piena di candele e un tavolo per due sospeso, apparecchiato con piatti vintage con cuori anatomici e ceramiche ricostruite con la tecnica del kintsugi. Grazie ad Andrea Calvano e Wedding Reel per le fotografie e il video!
Da Amour Sans Mesure… In questo inspiration shoot avrei voluto si parlasse del sentimento amoroso ma, concordando col filosofo Vladimir Jankélévitch per il quale: “Ci sono cose che non sono fatte perché se ne parli ma perché le si faccia; e queste cose […] sono le più importanti e preziose della vita […]: Amore, Poesia, Musica, Libertà”, ho voluto rappresentare la questione dell’esistenza dell’amore.
In Interstellar, film diretto da Christopher Nolan, Cooper e Amelia affrontano l’argomento in questo dialogo:
«Amelia Brand: L’amore non è una cosa che abbiamo inventato noi. È misurabile, è potente. Deve voler dire qualcosa
Cooper: L’amore ha un significato, sì. Utilità sociale, solidarietà, allevare bambini… Amelia Brand: Amiamo persone che sono morte. Qui non c’è utilità sociale.
Cooper: Non c’è.
Amelia Brand: […] L’ amore è l’unica cosa che riusciamo a percepire che trascenda le dimensioni di spazio e tempo».
Questo wedding styled shoot è un percorso surreale, dove il tempo sembra essersi fermato e i limiti spaziali dispersi. Si dice che l’amore sia più forte della morte, si parla di amore eterno eppure sarebbe più corretto dire, essendo noi creature mortali, che l’amore è forte quanto la morte. Gli uomini, esseri finiti, tendono verso l’infinito e promettono in dono ciò che non possiedono: l’eternità. Franco Battiato nella sua canzone La cura esprime benissimo quest’ultimo concetto quando canta: “Supererò le correnti gravitazionali, lo spazio e la luce per non farti invecchiare […] perché sei un essere speciale”.
Abbiamo dovuto ignorare la legge di attrazione universale di Newton e per alcuni allestimenti soverchiare, almeno apparentemente, la forza di gravità; abbiamo portato un pezzo di cielo sulla Terra. Julian Barnes in Livelli di vita ha scritto: “Siamo creature destinate al piano orizzontale, a vivere coi piedi per terra, eppure – e perciò – aspiriamo a elevarci. Da spettatori terragni quali siamo qualche volta ci è dato raggiungere gli dei. Alcuni di noi lo fanno attraverso l’arte; altri con la religione; nove su dieci con l’amore”. Siamo dunque in grado di superare la finitezza attraverso un imperativo: amare senza misura!
Aveva ragione Amelia Brand, l’amore esiste, non è frutto di una nostra invenzione e a dimostrarlo sono state le neuroscienze. L’amore non risiede in quello che è stato da sempre l’organo simbolo, il cuore, ma nel cervello. È sempre col cervello che, come ha scritto Emily Dickinson “ha corridoi che vanno oltre gli spazi materiali”, noi tendiamo verso l’eterno.
Da qui la scelta di utilizzare piatti vintage con la riproduzione di questi organi. Vi sono anche ceramiche rotte e ricomposte con la tecnica giapponese del kintsugi che prevede l’assemblaggio dei frammenti di vasellami infranti con lacca in polvere valorizzandone la crepa perché citando il filosofo Vladimir Jankélévitch: «Ognuno sente dentro di sé questa oscillazione tra i due poli dell’amore reciproco e di quello non reciproco; ma ciò non significa che si debba assolutamente scegliere tra l’uno e l’altro amore, quello che ci tiene nel silenzio senza promessa e nell’attesa senza ricompensa, e quello che ci fa ridere e cantare d’amore: l’amore non ha la pretesa di essere coerente […]! L’amore stesso è lacerato […]. Anzi, la contraddizione è più spesso un alimento paradossale dell’amore che non un impedimento ad amare… Poiché queste due facce dell’amore tra le quali non cessiamo di esitare sono come sistole e diastole: è la loro alternanza che regola la pulsazione vitale, ed è al loro ritmo che il nostro cuore batte».
Non esistono amori infiniti, è vero. Esistono amori potenti. E questo è ciò che ci proporremo di rappresentare e ritrarre. Quando dico amori potenti mi riferisco a quello di cui parla Pedro Salinas in La materia non pesa: «[…] Sento, quando mi abbracci, /che ho tenuto contro il petto /un lieve palpitare, /vicinissimo, di stella, /che viene da un’altra vita. […] Ma ciò che non sopporto /e che mi schiaccia, /chiamandomi alla terra, /senza te per difendermi, /è la distanza, /è il vuoto del tuo corpo. /Sì, tu mai, tu mai: /il tuo ricordo, è materia»; dello sforzo sovrumano di Franco Battiato di superare le correnti gravitazionali, lo spazio e la luce.
In questo styled shoot racconteremo per immagini il matrimonio di una coppia composta da un uomo e una donna ordinari. Erano due i principi inconsci che avevano sempre determinato le azioni e le scelte di lei in amore: la prima, ama senza misura; la seconda, come scriveva Franco Arminio, «Non aspettarti niente da nessuno. E se vuoi aspettarti qualcosa, aspettati l’immenso, l’inaudito». Due valori utopici forse, irrazionalmente occultati, relegati nel subconscio da un manifesto sprezzante sarcasmo.
Lui un uomo amorevole e pragmatico, estraneo ai gesti eclatanti, segretamente certo che lei sia la donna della sua vita ma convinto che l’amore non vada detto ma fatto, fare senza dire. Sebbene non abbia mai mancato di dimostrare il suo sentimento con quotidiani gesti concreti, da qualche tempo un bolo di parole si era fermato lì, tra la bocca e la laringe. Avrebbe potuto iniziare dicendole che l’ama. Ma ha deciso che l’avrebbe sposata. Non glielo avrebbe chiesto, l’avrebbe fatto e lo hanno fatto nel marzo 2018. Ha architettato tutto per mesi, di nascosto da lei; si è arrovellato per settimane. Non avrebbe potuto darle un amore eterno, ne era sempre stato consapevole nella scontata convinzione, o meglio, presunzione di avere però ancora molto tempo.
Quel pomeriggio di marzo, quasi senza rendersene conto, lei si ritrovò con indosso l’abito da sposa. Lui ignorava le sue preferenze e, come ad ogni ricorrenza, si era pentito di non aver prestato ascolto ai suoi commenti in fatto di moda e su ciò che considerava futilità simili, a dire il vero accadeva spesso anche su argomenti seri. Però conosceva tutti gli spigoli e gli angoli smussati del suo animo. Vestita di bianco, ansiosa di vederlo davanti a lei, attraversa rapidamente una grotta piena di candele, un messaggio con una citazione dell’autore Robert Kaplan: «A volte devi fermarti un attimo per assaporare il bouquet di una situazione così assurda». All’uscita solo bouquet ad attenderla e proseguendo per l’unica strada possibile trova lui ad aspettarla che la conduce in un angolo di cielo dove scambiarsi le promesse.
Per lei un cambio d’abito con un tessuto in fibre ottiche perché come ha scritto Margherita Hack: “Tutta la materia di cui siamo fatti noi l’hanno costruita le stelle, tutti gli elementi, dall’idrogeno all’uranio, sono stati fatti nelle reazioni nucleari che avvengono nelle supernove, cioè queste stelle molto più grosse del Sole, che alla fine della loro vita esplodono e sparpagliano nello spazio il risultato di tutte le reazioni nucleari avvenute al loro interno. Per cui noi siamo veramente figli delle stelle”. Un tavolo nascosto dietro una tenda luminosa e sospeso dove cenare; una gravity cake per salutare gli ospiti.
Credits
Fotografia: Andrea Calvano e Wedding Reel // Concept, styling & planning: Amour sans Mesure // Video: Wedding Reel // Location: Castello di Jerago (Varese) // Abiti sposa: Francesca Piccini // Abito sposo: Area 2 Rezzonico // Fiori: Caterina Maurini // Luci: Elena Corbella // Stationery & Calligrafia: Beautiful Letters // Torta: Sweet Mama // Cake topper: Le Bianche Margherite // Acconciatura e make up: Elena Gentile // Modelli: Silvia Bandera e Riccardo Stellini
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