Se il matrimonio che avete in mente è immerso nella natura, intimo e spirituale, questa è l’ispirazione per voi! Con questo styled shoot Federica Cosentino, specializzata in cerimonie nella natura, ci porta alla scoperta del matrimonio celtico, dei suoi rituali e delle sue tradizioni.
Tra materiali naturali, legno e tanto verde, gli sposi si scambiano le loro promesse all’interno di un cerchio di pietre, in una cerimonia officiata da un vero druido. Aroha Photographers e Luno Films hanno catturato tutto questo nelle foto e nel video che state per vedere.
Da Federica Cosentino… I celti erano una popolazione indoeuropea che nella sua massima espansione visse in Irlanda, Gran Bretagna e in parte dell’Europa circa dal 700 a.c. fino alle progressive conquiste di Roma, dei germani e poi del cristianesimo.
In Italia molte persone non sanno che i celti sono i nostri antenati. Tutto il Nord Italia, fino alla Liguria e all’Emilia Romagna è stato celtico per moltissimo tempo fino alla conquista dei romani e poi alla cristianizzazione. Anche dopo però la cultura celtica rimase viva, mischiandosi con culti nuovi e cambiando forma. Ancora oggi il Piemonte e la Valle d’Aosta sono ricchi di celtismo e di persone che seguono queste antiche vie.
Questo shooting prende vita dalla voglia di mostrare quanto la cultura dei celti e il loro amore per la natura sia ancora vivo e quanto le loro tradizioni possano avvicinarci ad un modo di vivere (anche il matrimonio) in modo più consapevole e vero.
Il luogo che abbiamo scelto è stata la Val di Susa, ancora oggi molto legata alla sua tradizione celtica e ricchissima di reperti, cerchi di pietre, luoghi sacri e antichi resti sparsi tra i boschi. È così che abbiamo trovato un luogo antico, un vero cerchio di pietre in quello che, a giudicare dai resti sparsi nel bosco, doveva essere un piccolo agglomerato di case.
Il cerchio più antico, quello dietro gli sposi, di colore più scuro e con grossi massi, doveva essere un vero cerchio oppure un altare. Noi abbiamo completato il cerchio con piccoli sassi bianchi.
Il cerchio è un simbolo estremamente importante per i celti come al giorno d’oggi. La fede è il simbolo del matrimonio, proprio perché il cerchio è il simbolo della vita continua, di ciò che muore e rinasce, dell’infinito.
Abbiamo quindi deciso di ricreare lo scambio delle promesse proprio all’interno del cerchio e di far donare dallo sposo alla sposa il Claddagh Ring.
Gli sposi si scambiano un dono durante la cerimonia. In genere si tratta delle fedi nuziali, che nella tradizione irlandese sono sostituite dal Claddagh Ring (che porta solo la sposa). Questo anello raffigura due mani che stringono un cuore, sormontano da una corona. Le mani simboleggiano l’amicizia, la corona la lealtà e il cuore l’amore. Durante l’esodo del XIX secolo dovuto alle carestie, il Claddagh Ring seguì le famiglie di migranti che lasciarono il Connemara. Questo anello simboleggiava il legame con la propria terra e veniva passato dalla madre alla figlia primogenita. A seconda del dito e del verso in cui si indossa questo anello ha un significato amoroso diverso: nella mano destra, con la punta del cuore verso le dita: libera; nella mano destra, con la punta del cuore rivolta verso il polso: fidanzata; nella mano sinistra, con la punta del cuore verso le dita: vedova; nella mano sinistra, con la punta del cuore verso il polso: sposata.
Come rito abbiamo scelto l’handfasting, anche se questo rito nacque solo nel medioevo e non si sa se i celti ne utilizzassero una qualche forma più arcaica. L’handfasting, la legatura delle mani degli sposi, ha però un significato simbolico importante, perché unisce le anime delle due persone non solo tra di loro, ma anche con la terra.
Come celebrante c’è un vero druido, Andrea Cogerino, un portatore dell’antica conoscenza, che ancora oggi porta nel mondo la propria sapienza. Con lui una bravissima arpista, Katia Zunino, quella che per i celti sarebbe stata un bardo, una conoscitrice dei miti. La musica presso i celti era tenuta in altissima considerazione. I bardi erano la voce e la memoria di un popolo. I celti non scrivevano, non perché non avessero una forma di scrittura, ma perché ritenevano che la conoscenza dovesse essere passata da una persona all’altra solo oralmente. Imparavano a memoria la storia del loro popolo e i loro miti e spesso la insegnavano cantando con l’accompagnamento dell’arpa. L’arpa era quindi lo strumento più utilizzato.
Per i celti le donne avevano pari diritti dell’uomo. Esse potevano scegliere il proprio marito e non erano mai obbligate a sposarsi se non lo desideravano. Inoltre, una volta sposate non entravano a far parte della famiglia del marito, ma rimanevano proprietarie dei propri beni, che potevano quindi amministrare.
Per i celti il matrimonio era un contratto sociale e non si sa se avessero un rito religioso e quale fosse. I druidi però celebravano i propri riti (le 4 feste del fuoco celtiche) nelle radure e nei cerchi di pietre, a contatto con la natura. Essi vivevano tutta la loro vita in modo sacro, rispettando la natura, che consideravano loro madre.
Per questo motivo oggi, anche se non conosciamo i loro riti di matrimonio, utilizziamo la natura come testimone dell’amore.
I fiori hanno un ruolo davvero importante nella cultura celtica. Ogni albero, ogni bocciolo ha un proprio significato. In questo caso gli alberi che circondano gli sposi sono per lo più noccioli, un albero che rappresenta la saggezza e che dona conoscenza e le querce, alberi che rappresentano la forza. I fiori che abbiamo utilizzato sul tavolo erano piantine vive e foglie trovate in natura. Così come il bellissimo bouquet. L’allestimento floreale è stato tutto curato dalle bravissime Noemi e Mariangela di Inter’nos Floral and wedding.
Volevamo che il tavolo allestito nel bosco fosse più naturale possibile. Abbiamo scelto un tavolo di legno, sorretto da sezioni di tronco, degli sgabelli in legno e tanto tanto verde. Anche i piatti e i bicchieri sono in legno, li ho adorati appena li ho visti.
La sposa per tradizione veniva curata dalle donne della famiglia, che le pettinavano i capelli e li acconciavano con fiori. Noi abbiamo preferito lasciarle i capelli al vento, liberi. Il suo abito, semplice ma stupendo è creato con moltissimi strati di tulle diversi da Maura Brandino, mentre il suo trucco è realizzato da Erika Finotti. Abbiamo lasciato che fosse più naturale possibile.
L’abito dello sposo invece è un kilt plaid, il cui nome in gaelico è “féileadh mor” (si pronuncia philamore), vale a dire “grande kilt”. Un grande pezzo di stoffa lungo cinque iarde. L’uomo per indossarlo deve prima stenderlo per terra, ricreare le tipiche pieghe e dopo sdraiarcisi sopra e arrotolarlo addosso con una cintura, per poi ricreare quel classico lembo di tessuto che viene portato sul davanti della spalla. Questa è proprio la tecnica che abbiamo utilizzato.
I colori del kilt che abbiamo scelto non sono rappresentativi di nessun tartan conosciuto. Il tartan infatti è di colori diversi per ogni clan scozzese e solo gli appartenenti al clan possono portare i loro colori. Agli italiani è consentito portare i colori del clan Stewart poiché l’Italia ha dato asilo al principe “Bonnie Prince Charlie”, prima che reclamasse il suo trono preso dagli inglesi. Pur avendo potuto utilizzare il tartan degli Stewart ho però preferito scegliere una trama non conosciuta perché potesse essere davvero rappresentativo dello sposo e, se lo desidererà, potrà diventare il colore della propria famiglia.
Il kilt è stato quindi rifinito a mano da me, così come lo sporran (il borsello che lo sposo porta alla cintura) è stato anche creato a mano.
Le partecipazioni sono state create a mano, insieme a tutta la suite grafica, dalla talentuosa Nadia di Manifattura Calligrafica, utilizzando carta cotone e ceralacca naturale, mischiando il tutto con elementi della natura: rametti, foglie e fiori. Le partecipazioni portano incisi gli ogham (si legge Oam), i simboli della scrittura rituale dei druidi. Ogni segno ha come significato sia una lettera che un albero.
Anche la torta, realizzata da Dewi di Passione Cupcake, abbiamo voluto che fosse semplice ma elegante e ricca di elementi naturali, come i bellissimi fiorellini dipinti.
Infine, le meravigliose foto, realizzate da Aroha Photographers e l’emozionante video, di Luno Films. Loro sono stati i bardi della luce che hanno portato queste bellissime foto nel mondo e con loro il racconto che abbiamo creato.
Speriamo che queste foto possano essere portatrici di un ritorno alla natura, alla spontaneità, alla condivisione nella vita di tutti i giorni ma anche nel matrimonio. Perché il matrimonio possa essere un momento per condividere con chi amiamo la nostra felicità nel cerchio della natura.
Credits
Fotografia: Aroha Photographers e Luno Films // Planning & Styling: Federica Cosentino Nature wedding planner // Video: Luno Films // Fiori: Inter’nos Floral & Wedding // Abito sposa: Maura Brandino // Abito sposo: Federica Cosentino Nature wedding planner // Druido: Andrea Cogerino // Barba e capelli sposo: Bullfrog Torino // Acconciatura e make up: Erika Finotti // Suite Grafica: Manifattura calligrafica // Torta: Passione Cupcakes // Musica: “Cad E Sin don te sin” canzone tradizionale gaelica, arrangiata da Fragment Celtic Music & Katia Zunino. Prodotta da Ariele Cartocci // Arpa celtica: Katia Zunino // Voce: Francesca Elayne Naccarelli // Classic guitar, irish bouzouki & samples: Ariele Cartocci // Modelli: Liliya Novaa & Jacopo Ventura
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